Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che definirà i criteri per la formazione dei docenti ai fini dell’abilitazione e del conseguimento dei 60 CFU si avvicina sempre di più.
Secondo alcune fonti, il provvedimento potrebbe essere pubblicato entro il mese di maggio, dopo un’attenta valutazione da parte della Commissione Europea e della Conferenza dei Rettori.
I 60 CFU sono stati introdotti dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti, voluta dall’ex Ministro Bianchi, per sostituire i vecchi 24 CFU. La pubblicazione del decreto attuativo era inizialmente prevista entro il 31 luglio 2022, ma era poi slittata a causa della crisi di governo.
Nel frattempo, i Ministri dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, avevano fornito ampie rassicurazioni in merito alla bontà della Riforma e all’imminente emanazione del DPCM.
60 CFU DPCM, le osservazioni della Commissione europea
La Commissione Europea ha esaminato il testo del DPCM e ha sollevato alcune osservazioni riguardanti l’uniformità del processo di accreditamento e dei contenuti dei percorsi formativi.
La principale preoccupazione riguarda i tempi ristretti per la formazione di un elevato numero di docenti. Per questo, potrebbe essere data maggiore importanza ai corsi telematici, almeno fino al 35-40% del totale durante la fase in cui saranno valide le esigenze imposte dal PNRR.
All’interno del DPCM potrebbe essere, infatti, prevista la possibilità, per le università, di utilizzare la DAD (didattica a distanza) seppur non oltre il 35-40% delle ore di insegnamento.
Cosa prevede il DPCM 60 CFU?
Il decreto definirà i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa corrispondente ai 60 CFU/CFA, di cui almeno 10 di area pedagogica.
Inoltre, 20 CFU/CFA dovranno provenire da attività di tirocinio diretto e indiretto. Con un obbligo di presenza minimo di 12 ore per ciascun CFU di tirocinio.
Il DPCM definirà anche il numero di crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità. E il numero di ore minimo di presenze alle attività formative necessarie per l’accesso alla prova finale. Oltre alle modalità di svolgimento della prova scritta e orale.
60 CFU DPCM: il futuro dei 24 CFU
Secondo quanto emerso dalle ultime indiscrezioni, il decreto attuativo prevederà il riconoscimento dei 24 CFU/CFA già conseguiti come requisito di accesso al concorso.
Inoltre, il DPCM stabilirà i criteri per il riconoscimento di eventuali altri crediti formativi maturati durante gli studi universitari o accademici. Ma solamente se saranno strettamente coerenti con gli obiettivi formativi richiesti per il conseguimento dei 60 CFU/CFA.
Tuttavia, non sono ancora stati resi noti i dettagli specifici riguardanti i criteri di riconoscimento dei crediti formativi acquisiti durante gli studi universitari o accademici.
Sarà importante, quindi, attendere la pubblicazione del DPCM per conoscere in modo dettagliato le modalità di riconoscimento dei crediti e i requisiti necessari per accedervi.
Il costo dei 60 CFU
I corsisti dovranno pagare interamente il costo per partecipare al corso dei 60 CFU, come già avvenuto per i 24 CFU. Tuttavia, verrà fissato un prezzo calmierato, in modo da rendere la formazione più accessibile.