Mentre l’anno scolastico 2023-2024 si avvicina, il settore educativo attende impazientemente le evoluzioni delle procedure formative. L’attenzione generale converge sui nuovi percorsi abilitanti, destinati a modificare l’approccio formativo.
Ancora incerte le date d’inizio dei nuovi corsi, ma l’eco in istituti e facoltà è forte. La Gazzetta Ufficiale, intanto, si appresta a pubblicare il testo definitivo del DPCM 60 CFU. Ad attenderlo sono, in particolare, gli aspiranti docenti.
Gli atenei si stanno organizzando per l’arrivo delle nuove matricole, mentre il Ministero dell’Università e della Ricerca è impegnato nella creazione di un sistema per gli accreditamenti universitari, atteso entro settembre. Le stime indicano un afflusso di candidature che potrebbe raggiungere le 100.000 unità.
Il quadro normativo di riferimento proviene dal Decreto Legge 36/2022, poi ratificato come legge 79/2022, stabilendo le linee guida per le abilitazioni nelle scuole secondarie.
Cosa prevede il DPCM 60 CFU?
Con la recente Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti (DL 36/2022 poi legge n. 79/2022), iniziativa dell’ex Ministro Bianchi, emerge prepotentemente l’introduzione dei 60 CFU, traducendosi in un iter formativo iniziale.
Il decreto attuativo, firmato ad inizio agosto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, è ora in coda per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Prevista entro la prima settimana di settembre.
Il DPCM 60 CFU, pertinente ai programmi didattici e alle procedure di inserimento dei docenti, si prefigge di delineare le caratteristiche pedagogiche e la segmentazione del corso. Compresi dettagli quali l’assiduità, le tecniche di valutazione finale e la griglia tariffaria, tra gli altri aspetti chiave.
Parallelamente, la bozza del decreto indica una proposta formativa segmentata, oscillando tra unità didattiche di 60 CFU, 30 CFU e 36 CFU.
Percorso abilitante da 60, 30 e 36 CFU: struttura e novità
Nell’esaminare le novità introdotte dalla Riforma Bianchi, è opportuno specificare che la stessa prevede cinque diverse tipologie di percorsi di formazione abilitante per l’insegnamento:
- 60 CFU: Questa categoria sarà pienamente operativa nel 2025, quando l’abilitazione diventerà un prerequisito obbligatorio per partecipare ai concorsi di insegnamento.
- 30 CFU: Questo percorso è destinato a docenti già abilitati o qualificati in una diversa classe di concorso o livello di istruzione.
- 30 CFU: Questa opzione è riservata ai docenti con almeno tre anni di esperienza nelle scuole statali o paritarie, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso, e a coloro che hanno superato la prova concorsuale del concorso “straordinario bis”.
- 30 CFU: Questo percorso si rivolge ai neolaureati o a coloro che non hanno conseguito i 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 (validi per l’accesso ai concorsi fino alla fine del 2024), con ulteriori crediti da acquisire in caso di successo in un concorso.
- 30 o 36 CFU: Questa categoria riguarda coloro che si candidano ai concorsi senza avere già l’abilitazione all’insegnamento. Vi sono tre varianti di percorsi post-concorso in questa categoria:
- 30 CFU per chi si candida con il titolo di accesso più tre anni di servizio negli ultimi cinque anni nella scuola statale, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale si partecipa;
- 30 CFU per chi partecipa al concorso con soli 30 CFU/CFA;
- 36 CFU per chi si candida con il titolo di accesso più 24 CFU acquisiti entro il 31 ottobre 2022.
Ad ogni modo, chi volesse approfondire tutti gli aspetti legati ai cinque percorsi formativi può farlo leggendo questo articolo.
Il programma del percorso abilitante
È fondamentale evidenziare le distinzioni tra i programmi, che non si limitano unicamente a contenuti e impalcature, ma si adattano specificatamente a ogni classe di concorso.
Di conseguenza, il disegno dei programmi post-concorso da 30 CFU subirà mutamenti basandosi sul fatto che il candidato possieda almeno 30 CFU o tre anni di esperienza professionale.
Data questa complessità, le istituzioni accademiche richiederanno un periodo adeguato per implementare e strutturare tali programmi.
Percorso abilitante da 60, 30 e 36 CFU: quando partiranno?
Nel fornire il proprio parere alla bozza del DPCM 60 CFU, il CSPI (Consiglio Superiore Pubblica Istruzione) ha espresso preoccupazione per possibili rallentamenti nell’implementazione dei nuovi programmi.
Considerando le tempistiche proposte, sembra che tali percorsi possano essere avviati entro tre mesi dalla pubblicazione del decreto. Questo rende incerta la loro effettiva attuazione entro il 2023.
A riguardo, Mario Pittoni, responsabile Istruzione per la Lega, ha dichiarato: “Per chi si interroga sull’effettivo lancio dei corsi abilitanti (attesi da anni), in un contesto ottimale, potremmo ipotizzare un avvio tra novembre e dicembre 2023. Tuttavia, l’orizzonte di gennaio 2024 appare più concreto”.