Nonostante siano stati cancellati e sostituiti dai 60 CFU, i 24 CFU potrebbero tornare ad essere un requisito fondamentale per gli aspiranti docenti. La legge n. 79 del 29 giugno 2022 ha introdotto la Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti, che ha abrogato i 24 CFU e introdotto un nuovo percorso di formazione abilitante di 60 CFU.
Tuttavia, la legge prevede un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2024, durante il quale sarà ancora possibile utilizzare i 24 CFU, a condizione di averli conseguiti entro il 31 ottobre 2022.
Ma il ritardo nell’emanazione del DPCM 60 CFU potrebbe rendere necessaria la riapertura delle iscrizioni 24 CFU insegnamento.
Cos’è il DPCM 60 CFU?
Il DPCM 60 CFU è fondamentale per definire i contenuti e la strutturazione dell’offerta formativa relativa al conseguimento dei 60 CFU. Ma, in attesa che il decreto attuativo chiarisca finalmente le strategie della nuova Riforma del reclutamento dei docenti, resta da vedere se ci sarà ancora spazio per questi crediti formativi e se le iscrizioni 24 CFU insegnamento verranno riaperte.
Non è da escludere l’ipotesi di una possibile riapertura delle iscrizioni 24 CFU insegnamento, specialmente se il DPCM 60 CFU dovesse registrare ulteriori ritardi nell’emanazione.
La situazione attuale lascia molte incertezze sul futuro del reclutamento dei docenti e sull’utilizzo dei 24 CFU. Tuttavia, per comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi, è importante conoscere il percorso per acquisire i 60 CFU previsti dalla Riforma Bianchi.
In attesa delle iscrizioni 24 CFU. Come conseguire i 60 CFU
Aspettando di capire se le iscrizioni 24 CFU verranno riaperte o meno, è comunque utile sapere che – stando a quanto previsto dalla legge 79/2022 – sarà possibile acquisire i 60 CFU sia durante il percorso di studi – in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo – sia dopo aver ottenuto la laurea. Saranno, inoltre, previsti un periodo di tirocinio nelle scuole e una prova finale comprensiva di una lezione simulata.
L’introduzione dei 60 CFU rappresenta una svolta storica per l’accesso al Mondo Scuola, almeno per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado. La Riforma prevede un percorso a numero chiuso organizzato direttamente dagli Atenei attraverso i centri universitari di formazione iniziale. Ovviamente, in stretta relazione con il sistema scolastico.
Sono previsti anche un tirocinio diretto da svolgersi nelle scuole (20 CFU) e 10 CFU da conseguire nell’area pedagogica. Prima di ottenere l’abilitazione, l’aspirante docente dovrà affrontare e superare una prova finale che prevede anche una lezione simulata.
In attesa dell’emanazione del DPCM 60 CFU e di chiarimenti definitivi sulla Riforma del reclutamento dei docenti, rimane da capire se ci sarà spazio per l’utilizzo dei 24 CFU e se verranno riaperte le iscrizioni 24 CFU insegnamento.
Riaprono le iscrizioni 24 CFU insegnamento
È importante prestare attenzione alla situazione attuale in materia di formazione e reclutamento dei docenti, poiché la implementazione delle nuove norme richiede ancora molte specifiche e dettagli.
Per chi desidera intraprendere la carriera nella docenza, è fondamentale considerare l’importanza dei 24 CFU come requisito fondamentale per le Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) e per i concorsi scuola.
Se le iscrizioni 24 CFU insegnamento dovessero riaprire, avere tale requisito potrebbe diventare ancora più strategico per accedere alle opportunità professionali nel settore.
Per questo motivo, è indispensabile rimanere costantemente aggiornati sulle normative in vigore e sulle eventuali novità in arrivo. Soprattutto gli aspiranti docenti dovrebbero seguire attentamente gli sviluppi delle discussioni in corso sulle iscrizioni 24 CFU insegnamento e sul DPCM 60 CFU.
60 CFU. La posizione del governo Meloni
Il governo Meloni ha confermato l’introduzione dei 60 CFU per la formazione iniziale e continua e il reclutamento dei docenti, con il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha, addirittura, espresso l’intenzione di potenziare la Riforma.
Anche il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini aveva annunciato l’imminente pubblicazione del DPCM 60 CFU nel dicembre 2022, ma ad oggi il decreto non è ancora stato emesso.
Tuttavia, senza il decreto attuativo dei 60 CFU, l’applicazione completa della Riforma potrebbe slittare oltre le previsioni iniziali, rendendo necessaria una proroga della fase di transizione. Questo potrebbe portare alla riapertura delle iscrizioni 24 CFU.
60 CFU: la fase transitoria
La Riforma Bianchi, come già anticipato, prevede un periodo di “assestamento” che durerà fino al 31 dicembre 2024. E proprio durante questa fase transitoria sono previste alcune eccezioni molto interessanti. Non ultima delle quali, quella legata all’acquisizione dei 24 CFU.
Il termine ultimo per il conseguimento dei 24 CFU era il 31 ottobre 2022. Tuttavia, gli stessi saranno spendibili come titolo d’accesso fino al 31 dicembre 2024 per la partecipazione al concorso scuola, al TFA Sostegno e al prossimo aggiornamento delle GPS.
Gli aspiranti docenti interessati avranno, tuttavia, l’obbligo – una volta eventualmente superato il concorso – di integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato). Fermo restando l’anno di prova con valutazione finale prima della definitiva immissione in ruolo.
60 CFU: precari storici
Tra le eccezioni contemplate dalla Riforma Bianchi c’è quella riservata ai cosiddetti precari storici. Vale a dire agli aspiranti docenti con almeno 3 annualità di servizio – anche non continuativi – negli ultimi 5 anni. Con almeno 180 giorni complessivi di servizio e purché almeno un’annualità sia stata svolta sulla specifica classe di concorso.
Gli stessi potranno, infatti, accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi. Una volta superato il concorso, però, dovranno poi acquisire almeno 30 CFU durante il primo anno di immissione in servizio (con contratto a tempo determinato). E, quindi, affrontare anche la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.
60 CFU: docenti già abilitati
Un’altra eccezione è quella che riguarda gli insegnanti già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno.
Secondo quanto previsto dalla Riforma Bianchi, gli stessi potranno conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione limitandosi ad acquisire soli 30 CFU.
Di questi, tuttavia, 20 CFU dovranno essere riferiti al campo delle metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento. Mentre i restanti 10 CFU dovranno essere di tirocinio diretto.
Anche per loro, una volta superato il concorso, scatterà l’obbligo di conseguire ulteriori 30 CFU e di superare la prova finale prima dell’immissione in ruolo a tempo indeterminato.
Riapertura iscrizioni 24 CFU
La pubblicazione del DPCM 60 CFU è essenziale per l’applicazione della Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti a partire dal 2025.
Tuttavia, i continui ritardi nell’emanazione del decreto indicano la presenza di alcuni problemi. Non è ancora chiaro se si tratti di una revisione, di una modifica o di una completa riscrittura della Riforma.
Ciò che è certo è che, in questo momento, le voci sulla possibile riapertura delle iscrizioni 24 CFU insegnamento sono sempre più insistenti e verosimili.