Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha recentemente trasmesso al Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) una stima circa il fabbisogno triennale dei docenti che potranno ottenere il ruolo grazie ai percorsi 60 CFU abilitanti.
Non rientrano, in tale numero stimato di abilitazioni previste, coloro i quali si trovano a dover conseguire un ulteriore titolo abilitante, rispetto a quello che già possiedono.
I criteri di calcolo del fabbisogno docenti per gli anni accademici 2023/24, 2024/25, 2025/26
I criteri da perseguire allo scopo di individuare il fabbisogno triennale docenti per gli anni accademici 2023/24, 2024/25 e 2025/26, secondo quanto previsto dal DPCM 60 CFU, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.224 del 25 settembre 2023, sono diversi:
- Per prima cosa, i posti vacanti derivati dalla programmazione regionale degli organici, deliberata ai sensi dell’art. 39 della legge 27 dicembre 1997 n.449, al netto dei docenti abilitati nominati a tempo determinato;
- In secondo luogo, bisogna considerare il personale docente privo di abilitazione, assunto con contratto a tempo determinato, su posti disponibili, ma non vacanti, inseriti nel triennio precedente;
- Ulteriore criterio da valutare è l’insieme dei posti vacanti e disponibili del reparto personale docente di scuola secondaria di primo e secondo grado che riguarda le scuole italiane all’estero;
- In ultima analisi, ad essere preso in considerazione è il numero degli insegnanti delle scuole paritarie e dei percorsi IeFP (Istruzione e Formazione Professionale), quantificato, in caso di impossibilità di determinazione entro il termine previsto dal comma 3, in una maggiorazione fino al 30% del fabbisogno calcolato.
Flc-Cgil: “Più posti al sud, meno al nord”
Attraverso una nota informativa, Flc-Cgil comunica che il Ministero dell’Istruzione ha predisposto la stima del fabbisogno docenti su base triennale, individuando “numeri alti al sud e bassi al nord, con il paradosso che proprio nelle discipline STEM al nord saranno attivati pochi corsi”.
Da segnalare, tra l’altro, che “la riserva del 45% dei posti il primo anno e del 35% nel secondo e terzo anno di attivazione dei corsi a favore di precari con tre anni di servizio nella scuola statale o paritaria negli ultimi cinque di cui almeno uno nella classe di concorso prevista dal DPCM 60 CFU abilitanti potrebbe perdere efficacia a causa del numero esiguo di posti da attivare nelle regioni del nord”.
Stando a questi numeri, dunque, ci si interroga sull’effettiva utilità della riserva a favore dei precari, laddove l’offerta formativa nelle regioni del nord risulti particolarmente esigua.
Non dimentichiamo, infatti, che dal 1° gennaio 2025 per ottenere il ruolo da parte degli aspiranti docenti, sarà obbligatorio frequentare corsi da 60 CFU abilitanti. L’abilitazione rappresenterà, quindi, un requisito indispensabile per l’accesso ai concorsi annuali su base regionale.
Di conseguenza, diventerà necessario, per garantire la giusta competitività sul singolo posto, avere un numero maggiore di docenti rispetto ai posti banditi.
SCARICA il PDF del DPCM 60 CFU (Gazzetta Ufficiale n. 224 del 25 settembre 2023)